La professionalità dei portuali

Sapere lavorare bene era un aspetto fondamentale dell’attività del lavoratore portuale. Anche se il lavoro era molto pesante perchè si spostavano pesi, sacchi, casse, balle, e altro, serviva un alto grado di professionalità per caricare le stive delle navi a regola d’arte, senza che i carichi si spostassero durante la navigazione, così come per depositare la merce nei magazzini accatastata verso l’alto. Ovviamente c’erano metodi verificati dall’esperienza e malizie per fare la minor fatica possibile, tenendo presente che i sacchi avevano un peso medio di 50 chili. Se i carchi non erano ben equilibrati e accatastati a regola d’arte diventava impossibile spostarli con i paranchi e con le gru. Il rischio era quello che cadessero a terra con grave rischio di rottura della merce. Ovviamente questo ogni tanto accadeva. Per questo esisteva un’assicurazione per i proprietari che copriva il danno per piccoli incidenti durante la movimentazione.

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Le squadre erano composte da 3 o 4 addetti sotto la diretta responsabilità di un caposquadra che spesso era il lavoratore più anziano ed esperto. Ad ogni squadra veniva affiancato un avventizio in genere più giovane e privo di esperienza. In questo modo veniva trasmessa la professionalità ai lavoratori più giovani, attraverso un sistema formativo sul campo.