Itinerario breve a piedi

Dal piazzale della Stazione, costeggiando il Silos dovo si trova la stazione delle corriere, si passa in Largo Citta di Santos, purtroppo sempre affollata di autocorriere. Sulla piazza si affaccia l’imponente monumento dei Varchi del Porto. La costruzione di questo manufatto classicheggiante risale agli inizi del ‘900, quando lo status di Porto Franco fu tolto all’intera città e ristretto alla sola area del Porto. Si rese cosi indispensabile recintare l’intera area e regolamentare gli accessi. Dei 3 varchi previsti, due sono ormai di libero accesso, uno invece è ancora in funzione perchè una parte del Porto, seppur piccola è ancora soggetta allo status di Porto Franco e data in concessione a privati. Per quell’accesso non si può entrare se non con un permesso speciale.

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Di fronte ai Varchi si trova la sala Tripcovich, un manufatto costruito nel 1936 su progetto degli ingegneri Baldi e Nordio come autostazione delle corriere. Nel 1990 fu riconvertita a sala teatrale in quanto l’edificio del teatro Verdi doveva essere sottoposto ad una profonda opera di ristrutturazione. Divenne così sede della stagione lirica e teatrale del Teatro Verdi di Trieste. Alla fine delle operazioni di restauro la sala venne mantenuta come luogo di iniziative culturali e teatrali, alcune delle quali, come il Festival del Cinema di Fantascienza, di livello internazionale. Oggi parte della città vorrebbe che fosse risistemata e mantenuta nella sua funzione di contenitore culturale, parte invece , fra cui il sindaco Di Piazza, vorrebbe abbatterla per trasformare l’area in un posteggio. \r\n\r\n

Invece di entrare nel porto attraverso i Varchi andiamo dalla parte opposta verso il centro della città per via Cavour, in direzione dell’ingresso del molo Quarto. Mentre a piedi percorriamo la strada abbastanza stretta e senza marciapiedi, possiamo vedere sulla destra alcuni grandi magazzini del Porto Vecchio il 2, il 2A e il 4, dietro la rete metallica che delimita il posteggio dell’area intorno al molo Quarto. Sulla sinistra, andando verso il centro della città, c’è il Magazzino delle Idee, l’ex magazzino del sale, completamente ristrutturato ed adibito a spazio culturale per mostre ed eventi temporanei. \r\n\r\n

Proseguiamo avanti ed entriamo dai varchi del molo quarto che delimitano il posteggio interno, sempre affollato di macchine. Qui vale la pena recarsi in cima al molo rasentando il magazzino 1, completamente ristrutturato ed adibito a stazione marittima (anche se non offre molti servizi). Dalla cima del molo si gode una vista affascinante della città, sia verso il centro storico, che verso il Porto Vecchio.\r\n\r\n

Rivolgendo lo sguardo verso la città si ha una visuale di insieme su quello che era il Porto di Trieste prima della costruzione del Porto Vecchio (che allora era evidentemente nuovo) intorno al 1800. Si vede la vecchia lanterna, il molo audace, l’imbocco del Canal Grande fino alla chiesa di S. Antonio e tutti i monumenti principali che si affacciano sulle rive. Dietro la massa imponente del  Castello di San Giusto che sovrasta la città. Vale la pena fare uno sforzo con la fantasia e immaginare la baia piena di velieri e di barconi a vela che andavano e venivano lungo il canale per scaricare le merci, quando tutta la città di Trieste era Porto Franco. \r\n\r\n

Se dalla testa del molo quarto volgiamo lo sguardo verso sinistra abbiamo una visione di insieme di Porto Vecchio, una struttura immensa e potente se confrontata con l’angustia degli spazi del vecchio porto antistante la città.  Vediamo il bacino 4 a cui si affacciano i magazzini 1A e 3, subito rasenti la riva, e subito dietro i magazzini 4 e 2, più alti ed imponenti. Vediamo il molo 3, con in testa la caserma dei vigili del fuoco e il magazzino 5, ancora in gestione ai privati, spesso con barche ormeggiate.\r\n\r\n

Verso il mare si snoda invece la diga foranea di protezione del Porto Vecchio. Sullo sfondo il Monte Grisa con il santuario e il faro della Vittoria. Dal confronto delle due visioni, quella a destra verso la città vecchia e quella a sinistra verso il Porto Vecchio, possiamo percepire e renderci conto di quanto gigantesca e titanica rispetto ai tempi fu la costruzione del Porto Vecchio e quanto ampio fosse il piano di sviluppo e il ruolo che il Porto di Trieste avrebbe giocato per l’impero Austroungarico. Potremmo comprendere come fu possibile che la città ebbe uno sviluppo demografico cosi impetuoso a cavallo fra il ‘700 e l’800, fino a raggiungere un numero di abitanti all’inizio del ‘900 superiore a quello attuale.