Itinerario lungo a piedi, dai Varchi al Magazzino 26

L’itinerario inizia dai Varchi di Largo Città di Santos, in fianco alla stazione centrale di Trieste. Dopo essersi soffermati a guardare l’ingresso monumentale del Porto Vecchio, costruito all’inizio del secolo scorso, allorquando l’area del Porto Franco, che prima si estendeva a tutta la città, fu limitata alla sola zona del porto, si passano i varchi e ci si trova all’inizio della strada che percorre tutto il porto rasentando la ferrovia, lunga circa 1 chilometro fino al Magazzino 26. Di fronte all’orizzonte risalta il santuario del Monte Grisa e prima ancora il faro della Vittoria. Invece guardando sulla destra possiamo vedere gli edifici bassi della ex dogana e della pesa, oggi utilizzati per attività commerciali. Sulla destra invece si vede l’area del porto ancora sottoposta al vincolo di Porto Franco, invasa dalle macchine di chi ancora lavora in porto. Sullo sfondo il magazzino 2 e 4, alti ed imponenti. Più vicino al nostro punto di vista c’è invece la torre Piezometrica, un manufatto indispensabile per il funzionamento della Centrale Idrodinamica che serviva per la movimentazione delle gru e delle altre macchine del porto.    

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Proseguendo lungo la strada percorsa da binari non più in uso, vediamo tutti gli edifici che si sviluppano sul lato sinistro. Purtroppo allo stato attuale tutto è lasciato al degrado e la vegetazione copre anche le poche cose che si potrebbero vedere. In particolare, avanti poche centinaia di metri, dietro ad un cartello stradale con il limite di velocità a 30 km, si vedono le forme della Locanda ex casa degli operai a cui però non è possibile accostarsi. \r\n\r\n

Proseguendo si vede sulla sinistra la casa piccola dell’Amministrazione, ancora in buono stato di conservazione.  Addentrandosi nei passaggi ai lati (cercando di stare attenti all’immondizia sparsa) si arriva sul retro dove si ha uno scorcio della Casa grande dell’Amministrazione e sui magazzini 4 e 7 che si affacciano sulla strada mediana che attraversa il porto.\r\n\r\n

Torniamo indietro e proseguiamo lungo la ferrovia, fino a raggingere il magazzino 11 che mostra il perrone, l’alto marciapiede che serviva per facilitare le operazioni di carico e scarico delle merci, e  un caratteristico tetto di legno, in parte finestrato con le travi a vista.  Più avanti lo spazio vuoto dove sorgeva il magazzino 8 andato distrutto, ci permette di allungare lo sguardo verso l’interno del porto, dove c’era il bacino 2 che fu interrato negli anni 70 del secolo scorso per permettere la costruzione dell’Adria Terminal, un insieme di strutture date in concessione ai privati,  Si vedono i magazzini 7 e 10 e sullo sfondo le gru sul molo.\r\n\r\n

Proseguendo lungo la strada si incontrano i magazzini 16 e 19, fino a raggiungere il lato verso la città del magazzino 26.   Fino a qui abbiamo percorso circa 1000 metri. Se ci soffermiamo nello spiazzo possiamo vedere la strada mediana verso la città con i grandi magazzini da ambo i lati e uno strano edificio denominato Caricabatteria per via dell’uso a cui era destinato.\r\n\r\n

Costeggiamo il magazzino 26, l’edificio più grande di tutto il porto vecchio, perfettamente ristrutturato, ove risaltano gli elementi in ferro e in ghisa utilizzati per sostenere i ballatoi, ma che conferiscono anche un elemento caratteristico ed ornamentale, come il motivo corinzio dei capitelli delle colonne in ghisa. \r\n\r\n

Sul lato opposto, lungo la ferrovia c’è un edificio basso molto malridotto. Era un ‘altra locanda con servizi vari per i lavoratori del porto, ma anche per tutti coloro che si trovavano in transito. Dentro ci sono ancora le vecchie cucine e i mobili del ristorante ormai quasi completamente compromessi.    Sulla sinistra invece il perrone per facilitare le operazioni di carico e scarico delle merci, le colonne e i ballatoi fino a che si arriva nel piazzale antistante.\r\n\r\n

Qui si possono ammirare gli edifici ristrutturati della Sottostazione Elettrica e della Centrale Idrodinamica con l’alta ciminiera. Se gli edifici sono aperti, vale la pena visitarli e vedere i grandi macchinari originali che sono ancora all’interno. Vale la pena anche accostarsi all’inferiata verso il mare da cui si possono vedere affascinanti scorci sul bacino 1,  sul molo 0 e sui magazzini 26 e 24 che si affacciano verso il mare. L’area è chiusa perchè molti edifici non sono in sicurezza, ma spesso ci sono pertugi nella rete da cui si può transitare, con la dovuta cautela.\r\n\r\n

Fino a qui abbiamo percorso circa 1.500 metri  Qui si può decidere se tornare indietro percorrendo il viale che sta sull’altro lato del magazzino 26 costeggiando il retro dei magazzini 25 e 24, oppure proseguire in avanti verso l’altra uscita del porto. Questo parte dell’itinerario è meno interessante rispetto a quella già percorsa, perchè gli edifici sono più piccoli e anonimi. All’uscita dal porto, verso Barcola conviene prendere verso sinistra dove 400 metri più avanti si trova la fermata degli autobus 6 e 36 che riportano alla Stazione, dove è iniziato il nostro tour. Dal piazzale del magazzino 26 la distanza per tornare a piedi alla stazione è di circa 1.500 metri,  quella  per raggiungere la fermata del bus è di  circa 1000 metri. In questo secondo caso però bisogna avere preacquistato il biglietto del tram.\r\n\r\n

Se si decide di tornare a piedi vale la pena fermarsi e guardare la prospettiva generale dell’ambiente circostante: alle spalle il monte Grisa con il santuario che si staglia prepotentemente sul ciglione carsico e il faro della Vittoria, di fronte la città con il castello sul colle di San Giusto e le colline sullo sfondo. Intorno i magazzini in tutta la loro imponenza. Le suggestioni che il posto richiama possono far capire quanto ampio fosse il progetto del porto pensato e costruito nella seconda metà del ‘800 e quanto vitale e ricca la vita e le attività che lì si sviluppavano.      \r\n\r\n